Nuova Direttiva UE sui Rifiuti Tessili: arriva l’Obbligo di Responsabilità Estesa del Produttore
Il Parlamento Europeo ha approvato la riforma della Direttiva Rifiuti, introducendo un cambiamento epocale: l’obbligo di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) per il settore tessile e abbigliamento.
Entro 30 mesi, tutti gli Stati membri dovranno attivare sistemi nazionali per garantire che chi immette sul mercato prodotti tessili si faccia carico del loro fine vita, coprendo i costi di raccolta, riciclo e valorizzazione.

Perché l’EPR Tessile è così importante?
Il settore tessile è oggi uno dei più impattanti in termini di rifiuti e inquinamento. L’introduzione della Responsabilità Estesa del Produttore rappresenta:
- ✅ Un passo concreto verso l’economia circolare
- ✅ Un freno al modello di fast e ultra fast fashion
- ✅ Un incentivo alla progettazione di prodotti tessili sostenibili
- ✅ Una spinta al riciclo dei rifiuti tessili e alla riduzione dello spreco
Il nodo dell’Armonizzazione tra Stati Membri
Le imprese italiane ed europee chiedono con forza regole armonizzate, per evitare frammentazioni nel mercato unico. Normative diverse da Paese a Paese rischiano infatti di creare:
- squilibri competitivi tra produttori
- inefficienze nei sistemi di raccolta e riciclo
- un freno agli investimenti nella sostenibilità tessile
Per questo, le associazioni industriali sollecitano la Commissione UE a garantire già dal 2025 un quadro uniforme: elenco comune dei prodotti soggetti a EPR, criteri condivisi per tariffe e eco-modulazione, standard unici di reporting.
L’Italia in prima linea
Il Ministero dell’Ambiente ha annunciato di voler anticipare i tempi, avviando un regolamento nazionale EPR tessilegià entro fine anno.
Un vantaggio competitivo che, avvertono le imprese, non deve però trasformarsi in una penalizzazione, se non perfettamente allineato con la normativa europea.
Eco-modulazione e sostenibilità dei prodotti
La direttiva consente agli Stati di modulare i contributi a seconda della sostenibilità del capo tessile. Un meccanismo che, se applicato in modo scientifico e coerente con il Regolamento Ecodesign per Prodotti Sostenibili (ESPR), potrà diventare una leva potente contro lo spreco e il fast fashion.
In attesa dell’atto delegato sull’ecodesign tessile previsto per il 2026, le imprese chiedono criteri provvisori pragmatici e condivisi a livello europeo, per non rallentare la transizione.
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